sabato 26 settembre 2020

BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (capitolo primo)

 BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (1)


Sono stato nominato referente covid del mio istituto. Subito dopo mi ha chiamato un tizio del Nuovo Ordine Mondiale, vogliono arruolarmi... Dicono che potrei nascondere il vaccino di Bill Gates nei panini dei ragazzi alla ricreazione. Se lo fanno al gusto di salame, la cosa è fatta... Vi aggiornerò!



BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (2)


Ho chiesto al Nuovo Ordine Mondiale di chiarirmi le idee per il referendum: "voi siete per il sì o per il no?". Mi hanno risposto: "le faremo sapere; per ora siamo stati impegnati con i tamponi, ci sono 7 miliardi di DNA da immagazzinare, mica bruscolini! La nostra segretaria sta impazzendo, abbiamo dovuto chiedere pure a Hillary Clinton di mettersi a lavorare in archivio. Quante storie ha fatto... Ma se qui non ci diamo una mano, il Nuovo Ordine non sta in piedi. Vediamo se finiamo in tempo e vi diamo l'indicazione, altrimenti no problem... Voi italiani votate spesso ad penem canis, in qualunque caso la risolviamo"



BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (3)


Oggi ho scoperto che il Nuovo Ordine Mondiale sta approntando i provini per fare i finti malati covid. Fanno pure le finte terapie intensive. Soros mi ha detto che avrei il viso adatto; se faccio due post a favore degli immigrati, mi ha promesso che almeno un falso malato me lo fa fare. Forse dovrei dimagrire un po'...



BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (4)

- Pronto, parlo con il Nuovo Ordine Mondiale?

- Sì, sono Tom Hancks, oggi è il mio turno al call center.

- Wow, non pensavo fosse vera questa cosa... Ho un problema: non funziona il microchip sottocutaneo che mi avete impiantato. 

- Che problemi le dà?

- Come posso dire... Sento un fruscio nelle orecchie, mi pare che prenda Radio Maria quasi sempre.

- Non vorrei che lei abbia il modello made in China. Il microchip Nuovo Ordine Mondiale autentico prende solo Radio Radicale e Radio Sentimento Ricordi, e trasmette giorno e notte Gianni Togni, "e guardo il mondo da un oblò...". 

- Come mai proprio questa canzone? 

- È l'inno occulto del Nuovo Ordine Mondiale, dietro la melensa canzone sentimentale si cela un testo esoterico che solo pochi iniziati possono comprendere. Nemmeno Gianni Togni lo sa.... 

- Ok, interessante... E con il microchip come devo fare? 

- Attivi l'app immuni così indirizzo le frequenze 5G sul suo cellulare. 

- Ma così mi controllerete giorno e notte! 

- Sempre meno di quanto la controlla sua  moglie, non si preoccupi...



BREVI CRONACHE DAL NUOVO ORDINE MONDIALE (5)


- Pronto? Nuovo Ordine Mondiale? Sono sempre io... Cercavo Bill Gates, chissà se poteva risolvermi un problema di colesterolo

- Bill Gates non risponde mai al telefono, lui lavora nell'ombra, al massimo in penombra o con luci soffuse. E poi non si occupa di colesterolo, solo di vaccini e tamponi.

- Io chiamavo appunto per questo. Ho saputo che quando fate i tamponi di Bill Gates, dite che tutti  sono positivi al coronavirus, però in realtà ingannate le persone, perché i coronavirus sono tanti, spesso sono solo positivi al raffreddore, ma non glielo dite e pensano di avere Covid 19. È scritto su fb...

- Al solito: questa sarà la cameriera Ucraina degli Obama. Appena sente una cosa, la mette subito su fb... Comunque, è vero. Non solo coronavirus, ma anche se sono positivi alla scarlattina, alla congiuntivite, alla dermatite sebacea, alla gonorrea, all'acne vulgaris... Per noi sono tutti positivi al coronavirus, così controlliamo il mondo, isole comprese. 

- Ok, siete bravissimi. Se per la prossima pandemia studiaste qualcosa per alterare i valori del colesterolo sarebbe perfetto... Mia moglie è proprio fissata con 'sta cosa. Uno si fa il prelievo, ce l'ha a 240 e il risultato gli indica 200. E non mi guarderebbe più male quando mangio la granita con la panna. Mi sono iscritto al Nuovo Ordine Mondiale... Potreste farmelo questo piccolo favore, vi prego...


Maurizio Colucci 



martedì 2 giugno 2020

I lieti giorni del Corona (37 - puntata finale)

I lieti giorni del Corona (37)

Diario semiserio

Qui abitava mio padre da ragazzo. Ci pensi? C’era una città, un vialone, che portava dritto allo svincolo dell’autostrada. Guarda lì: quei piloni fatiscenti avvolti dalla vegetazione erano una volta la tangenziale della città”.
Nonno, adesso qui non c’è più nulla. Ci sono solo rovine, sterpaglie, qualche albero… c’è questo torrente secco… ”.
Nei secoli questo posto doveva essere più o meno così. Poi dopo il terremoto del 1908, questa zona venne utilizzata per dare casette prefabbricate agli sfollati. Nel XX secolo Messina divenne sempre più grande e allora verso la fine, negli anni Ottanta, coprirono questo torrente e divenne una strada, un grande viale, dal mare fino alle colline che vedi lassù. Allora cominciarono a costruire palazzi, grandi condomini, supermercati, e poi lo svincolo autostradale. Proprio dove siamo noi adesso passavano molte automobili e tir ogni giorno”.
Nonno, ma noi cosa siamo venuti a fare in questo posto? Cerchi qualcosa in particolare?”.
Mah… forse un’illusione da vecchio… Fra poco compirò ottant’anni, sono lontano da Messina dai tempi dell’Immensa Tragedia. Adesso che il Grande Governo Mondiale ha permesso di tornare nei luoghi distrutti, ho pensato: chissà se trovo qualche traccia dei miei nonni: nonna Daniela e nonno Maurizio. Per una strana coincidenza tu ti chiami proprio come lui, caro nipote, Maurizio Colucci”.
Il ragazzo si mosse in silenzio tra i calcinacci, i cespugli… ogni tanto balzava fuori qualche lucertola paurosa dagli anfratti di quello che era stato forse un balcone, forse un muro portante di un palazzo. Qua e là c’erano cianfrusaglie, reperti del XXI secolo.
Nonno, a scuola mi hanno detto che stanno preparando squadre di archeologi, che perlustreranno tutti i luoghi distrutti dalla Immensa Tragedia, forse raccoglieranno tutte gli oggetti antichi e li metteranno in un museo. Non so… pensi che facciamo bene a stare qui? Non vorrei che i droni del Grande Governo Mondiale controllino pure questi luoghi abbandonati”.
Allora, caro Maurizio, sbrighiamoci! Chissà se riuscissi a trovare qualche oggetto della stanza da ragazzo di mio padre Giosuè. Quando andavo a trovare i nonni, giocavo ogni tanto con qualche vecchio computer di mio padre… erano lentissimi, però c’erano giochi divertenti. Ed ogni volta dovevo sentire le lamentele di mio nonno Maurizio, che mi raccontava tutti i danni che faceva mio padre da piccolo in questa casa. Ancora era arrabbiato perché era riuscito a distruggere, lui da solo, tutte le porte usb di un computer”.
Nonno, cosa sono le porte usb?”.
Ora nel 2110 le periferiche sono virtuali, le attivi attraverso i cloud, ma allora si attaccavano materialmente a delle porte, con dei cavetti, o dei beccucci. Già quando sono nato io, nel 2035, le porte usb erano quasi sparite… Comunque, a quanto pare, mio padre distruggeva tutto!”.
Allora avrò preso da lui… ops”, disse il ragazzo mentre staccava un’anta dal rottame di un frigorifero in disuso; “giuro, nonno. Lo appena toccato! Forse era arrugginito”.
Continuarono nonno e nipote a cercare, a guardarsi attorno, a camminare faticosamente tra le rovine di quel palazzo. Era una giornata di inizio giugno, in realtà abbastanza fresca per il periodo. La leggera tramontana che proveniva dai vicini Colli San Rizzo scendeva dritta nella vallata del torrente, ma veniva mitigata da un Sole quasi estivo.
Nonno, non mi hai mai voluto raccontare nulla dell’Immensa Tragedia”.
Il nonno sospirò, continuò a rovistare tra le erbacce e i reperti del XXI secolo, come a voler schivare la domanda.
Nonno?”.
Vuoi proprio saperlo?”.
Mi hai portato fino a qui… ho quindici anni, anche a scuola non ci raccontano proprio tutto, dicono che approfondiremo all’università”.
L’Immensa Tragedia fu una serie di eventi catastrofici che colpì diversi luoghi della terra. Iniziarono con l’epidemia del coronavirus del 2020, quindici anni prima che io nascessi. Tuo padre mi raccontava sempre di questo periodo, lo chiamava quarantena. Lui aveva quattordici anni. Mi diceva spesso che uno dei suoi divertimenti preferiti era leggere un diario scritto da suo padre, mio nonno Maurizio: si intitolava “I lieti giorni del Corona”; io però non ho mai letto nemmeno una riga di quest’opera”.
Non mi dire, nonno, che sei qui a cercare questo diario?”.
Sei intelligente, ragazzo! Ma come ti dicevo è una pia illusione… chissà, pensavo. Magari trovo il rottame di qualche vecchio pc, un hard disk. Forse con la tecnologia di oggi siamo in grado di ripristinare i dati...”.
Nonno, e questo cosa c’entra con l’Immensa Tragedia?”.
In qualche modo c’entra… però te lo spiego dopo. Dunque, ti stavo raccontando della pandemia, due mesi di quarantena tutti chiusi in casa, la crisi economica. A giugno del 2020 pensavano che fosse finito tutto. E invece? Era solo l’inizio di una serie di eventi, che si susseguirono per una trentina d’anni. Prima tornò la pandemia, più potente di prima. Il virus mutava e non c’erano farmaci, non c’erano vaccini. Negli anni Venti un sesto dell’umanità venne eliminato da questa serie di epidemie. Poi ci fu un periodo relativo di quiete. Gli uomini provarono a ricostruire, ma senza aver capito la lezione. Scoppiarono diverse guerre regionali, nell’est Europa, in Medio Oriente, in Africa, in Sud America, addirittura tra Stati Uniti e Canada, perché un presidente pazzo aveva deciso di attaccare i canadesi per il controllo dell’Artide”.
Queste cose in parte le conosco, Nonno, ma qui a Messina cosa è successo?”.
Diverse cose me le ha raccontate il tuo bisnonno Giosuè. Altre le ricordo bene, le ho stampate nella mia testa. Pressapoco nel 2035, l’anno della mia nascita, lo scudo della nostra atmosfera divenne più rarefatto e più vulnerabile in alcuni punti, ad esempio nel cielo sopra la Sicilia. Le piogge di meteoriti divennero più frequenti; ho ancora le immagini terribili davanti, io piccolino trascinato dai miei genitori nei rifugi. Vivevamo nel terrore che un meteorite più grande precipitasse nello Stretto. Finché un giorno del 2050, avevo quindici anni, l’inevitabile accadde. Sembrava all’inizio una specie di fuoco d’artificio, una lunga scia spuntare dal nulla e colorare in pochi secondi tutte le nuvole di arancione. Si schiantò nel mare. Fu un attimo di silenzio, come se non fosse successo niente. Poco dopo invece la terra iniziò a tremare, si sentì uno schianto come se le viscere del mondo si frantumassero come un vaso, un boato enorme, come l’esplosione di cento tuoni contemporaneamente, e alla fine si alzò il mare, divenne un muro d’acqua altissimo, come un mostro liquido che volesse ingoiare la città… e così fece. Messina venne ingoiata dalla terra aperta come voragine e sommersa tutta dal mare. Morirono tantissime persone. Io vidi l’orrore intorno a me, i miei genitori per fortuna erano ancora vivi. Nei giorni successivi ci aggiravamo tra le rovine, come degli zombie e pensavamo che fosse arrivata l’apocalisse, solo che non c’era il Cristo vittorioso sul cavallo bianco. Ma l’Immensa Tragedia non aveva ancora sprigionato la sua incredibile potenza distruttiva. Si sparse nella popolazione superstite un altro virus sconosciuto, mortale, invincibile. Poi scoprimmo che la stessa cosa era avvenuta in altre parti del mondo: frammenti di DNA alieno, caro Maurizio. Nel cuore di quelle meteoriti era incapsulato questo virus ignoto. Con l’esplosione, i minuscoli frammenti di roccia lo avevano diffuso nell’aria. I tre quarti della popolazione del Pianeta andarono incontro alla morte. Messina divenne l’epicentro mondiale della epidemia. Morirono proprio tutti. Ci salvammo solo io e mio padre; il sito della città venne abbandonato per sempre. Oggi è la prima volta che ci ritorno, dopo sessant’anni”.
Il nonno chiuse il suo racconto, quasi rallentando, togliendo sempre più fiato ad ognuna delle parole conclusive. Continuò allora nella sua ricerca illusoria, tra le sterpaglie e i calcinacci del palazzo crollato.
Nonno, come mai tu e tuo padre non siete stati contagiati? Il bisnonno Giosuè è sopravvissuto al coronavirus prima, poi alle pandemie successive, poi al terremoto e al maremoto, poi al virus alieno…”.
L’autorità sanitaria del nascente Grande Governo Mondiale ci cercò per tutta la Sicilia, poi per tutta l’Italia. Eravamo vagabondi, ma evidentemente i servizi segreti erano molto in gamba. Ci trovarono, ci studiarono, rinchiusi per mesi in un hangar segreto, controllati in ogni attività, monitorati anche nel sonno. Eravamo gli unici superstiti di Messina, gli unici sopravvissuti a tutte le sciagure provocate dall’Immensa Tragedia. Provarono a testare tutte le ipotesi possibili: forse avevamo un DNA unico nella specie umana; forse la natura ci aveva dotato di uno scudo immunitario, dovuto a qualche esperimento radioattivo; forse anche noi tra i nostri ascendenti avevamo qualcosa di extraterrestre. Alla fine gli scienziati sentenziarono: era stato culo!”.
Il vento sul torrente si fece più forte e il Sole stava iniziando a calare.
Nonno, andiamo! Qui fra poco tramonta e farà buio… aspetta… Guarda lì! Mi sembra un computer”, il ragazzo lo prese, rovistando tra i rottami, stando attento a non tagliarsi.
Sì, è proprio un computer”, disse il nonno; “prendiamolo! Chissà se sia possibile recuperare i dati… controlla qui attorno, presto, vediamo se ce ne sono altri. Mi piacerebbe molto trovare il diario della quarantena di mio nonno Maurizio”.
Ma perché ti interessa così tanto questo diario?”.
Non lo so… forse perché mio padre me ne ha sempre parlato con allegria, ma non ho potuto leggere nemmeno una pagina”.
Come mai? Perché è andato perduto?”.
Caro Maurizio, ti chiami come il tuo avo, ma spero che la tua mente funzioni meglio della sua. Mio nonno Maurizio era un tipo strano, ma, da quello che so, non era stato sempre così. In effetti, fecero molti studi allora, anche sul cervello: giunsero alla conclusione che la quarantena avesse fatto male a molta gente, specialmente ad alcune menti particolarmente predisposte… e mio nonno Maurizio probabilmente era una di queste. Secondo mio padre, i segni di squilibrio erano già presenti in quel diario, magari nascosti dietro battute ironiche. Anche mia nonna Daniela lo diceva sempre: è stata la quarantena a fare impazzire mio marito! Mi raccontavano di una puntata del diario in cui Nonno Maurizio riferiva di uno sdoppiamento della personalità, anzi di più… cinque, sei, sette personalità in conflitto tra di loro… tutti leggevano e ridevano, ma poi…”.
Ma poi?”.
Ci fu la questione di Oronzo Canà”.
Chi è Oronzo Canà?”.
Non ti saprei dire, mio padre non mi ha saputo mai spiegare bene questa storia. Anche in rete ho trovato poco. Forse è un personaggio inventato, opera minore della letteratura umoristica del XX secolo”.
Mai studiato a scuola!”.
E nemmeno io! Comunque, Nonno Maurizio aveva scritto di questo Oronzo Canà nel suo diario, che aveva i capelli come questo personaggio, con la pelata al centro e i ciuffi ribelli allargati tutti sui lati. Leggeva e rileggeva le sue pagine, le sue battute comiche, fino a quando si convinse….”.
Che cosa?”.
Andò in Turchia”.
In Turchia?”.
Per fare l’autotrapianto dei capelli. Disse addio alla sua ormai famosa calvizie. Ma al ritorno non era più lo stesso, non riusciva a guardarsi allo specchio, non si riconosceva. Quella operazione al cuoio capelluto aveva alterato l’immagine che aveva di sé. Allora si convinse di avere talento, di poter essere uno scrittore di quelli seri. Si vergognò delle pagine umoristiche del suo stesso diario, cominciò a cancellare ogni traccia in rete dei suoi scritti. Si sarebbe dedicato solo a scrivere versi crepuscolari e prosa elevata sui grandi drammi umani. Compose anche uno straziante poema, quello sì che l’ho letto, si intitolava “Illusione tricologica”, in cui esprimeva la sua sofferenza esistenziale. Ricordo la cantica iniziale (perché è diviso in tre cantiche come la Divina Commedia), un tormentato viaggio interiore, una sorta di flusso di coscienza in versi, “La rimembranza della calvizie” credo fosse il titolo.
E come erano queste opere?”.
Francamente? Terribili, deliri di un folle, niente di notevole dal punto di vista letterario. Per questo ho nostalgia di Nonno Maurizio, lo scrittore ridanciano, l’uomo sorridente che non ho mai conosciuto, sorridente e pelato. Speravo che tornando qui, magari avrei trovato qualche traccia di lui… di loro”.
Ormai il cielo tendeva a un arancione vivo, quasi delle strisce di tempera gettate e sfumate nell’azzurro. L’aria si fece sempre più fresca, quasi frizzante.
Nonno, ho raccolto tutti i possibili rottami di computer, ma, da come sono ridotti, dubito che se ne possa ricavare qualcosa. E poi è passato troppo tempo, chi ci dice che tra questi pc ce ne sia uno appartenuto a tuo nonno Maurizio?”.
Hai ragione, ragazzo. Ora andiamo. Lascia soltanto che respiri ancora un poco di quest’aria, questo profumo di casa. Che immagini gli odori di Nonno Maurizio e Nonna Daniela. Mi sembra che il loro spirito in qualche modo sia ancora qui… ascolta il vento, guarda che silenzio! Se chiudo gli occhi mi sembra di sentire la loro voce, il borbottio brontolone di Nonno Maurizio e poi Nonna Daniela...”.
Il ragazzo chiuse gli occhi insieme a suo nonno. Forse fu la suggestione, ma in un attimo arrivò dai colli una folata di vento più energica, quasi musicale. Sembrava una voce di donna, il fruscio in mezzo ai cespugli, come un respiro dolce, come uno squillo, come se il vento parlasse: “Lavatevi le mani!!!”.

Maurizio Colucci


domenica 31 maggio 2020

I lieti giorni del Corona (36)

I lieti giorni del Corona (36)

Diario semiserio

I nostri lettori continuano a chiamare. Avendo saputo della possibile conclusione del diario, non vogliono perdere l’occasione di dire la loro, di esprimere il proprio parere. Come abbiamo chiesto qualche giorno addietro, mi fa piacere sentire la vostra opinione, raccogliere eventualmente anche qualche critica costruttiva.
Pronto? Chi c’è in linea?”.
Sono Chantal!”.
Ciao Chantal. Che nome singolare! Da dove chiami?”.
Preferisco non dirlo… sai, sono molto riservata. Ti seguo sempre su Facebook… sono quella che nella immagine del profilo ha una pianta di baobab circondata dalle leonesse Swaziland”.
Notevole… forse qualche volta ho visto qualche tuo like”.
Sì, tanti like….”.
Ok, tanti like. Quindi Chantal, c’è qualcosa che vorresti dirmi?”.
In realtà sono bionda… cioè bionda, faccio i colpi di sole, in primavera ci stanno bene, danno luce al volto...”.
Chantal, sì… però intendevo qualcosa da dire sul diario, cosa ti piace, cosa ti ha colpito”.
Le foto del tuo profilo! Mi sembri un tipo simpatico, però allo stesso tempo profondo. Non si può dire bello, e tutti quei paragoni scherzosi con vip famosi e bellissimi… però un uomo può essere affascinante anche solo con le parole, con il sorriso, con l’intelligenza. Concordi?”.
Sì, Chantal, concordo… ma non saprei”.
Magari memorizzi il mio numero, ci sentiamo con calma un’altra volta. Oppure una videochiamata, dici che le odi, però penso che con me potresti fare un’eccezione”.
Sicuramente. Guarda, conservo il numero, mi ha fatto piacere parlare con te. Sembri una persona particolare… scusami! Mi arriva un avviso di chiamata, devo interrompere. A presto. Pronto?”.
A presto con chi?”
Amore! Ma perché mi telefoni, visto che sei nell’altra stanza’”.
Chi era quella cretina?”.
Ma no, un’ammiratrice… parlavamo del Diario”.
Un’ammiratrice… perché tu hai ammiratrici? E da quando? Ti legge tua madre, tua zia, le signore anziane della chiesa… il tuo grande pubblico… chi sarebbe questa ammiratrice?”.
Ma penso una di Facebook, che ha trovato il link del blog e lo avrà letto, tutto qui. Le è piaciuto”.
Cosa?”.
Il blog… l’è piaciuto il blog”.
E come si chiama questa ammiratrice? Vediamo se c’è anche tra i miei contatti di Facebook?”.
Daniela, stai occupando la rubrica delle telefonate… forza, fammi andare avanti”.
Ah sì, ho letto… Chantal… ma che è? Un bagnoschiuma?”.
Amore, le faccio io queste battute, a te non si addicono tanto… cara”.
Tu intanto elimini il numero di Chantal schiuma al sandalo, altrimenti ti ritrovi con le stampelle”.
Ma cara, perché tutta questa violenza? Perché quest’astio? La quarantena doveva renderci migliori? Libera questa rabbia che hai in te...”.
Intanto vatti a lavare le mani, che hai buttato la spazzatura, sei rientrato e non te le sei lavate… Sbrigati! Vuoi che libero la mia rabbia su di te, con uno dei miei urli tonanti? Chantal… cose da pazzi, sembra Oronzo Canà con quei capelli e fa lo scemo con Chantal”.
Scusate un attimo… la rubrica riprenderà dopo il minuto canonico di detersione delle mani. Speriamo che la prossima telefonata sia un uomo.
Pronto? Ciao, da dove chiami?”.
Pronto, mi senti?”.
No, un’altra donna….
Sono tua cugina Marcella. Visto che non hai voluto mettermi in una puntata, ti ho chiamato direttamente”.
Basta, Marcella. L’ultima volta abbiamo fatto la sfilata dei parenti che volevano essere inseriti nel diario”.
Ma io ti ho portato a casa la girella con la nutella, un chilo e mezzo di girella… e poi ti sponsorizzo su Facebook, nelle chat dei cugini. Me la meritavo una puntata!”.
Ok, magari potresti fare un apprezzamento più specifico sui Lieti Giorni del Corona, proprio per non ridurre il tutto a una cosa tra parenti”.
Ma io lo amo il tuo diario! Aspetto ogni volta che lo pubblichi. Mi metto nel letto, con il cellulare e i miei due gatti e leggo e rido. Mi sa che ridono anche loro”.
I gatti?”.
Sì, i gatti”.
Ma eventualmente leggerlo insieme a un uomo? Sai, cuginetta, l’età avanza...”.
Sempre con ‘sta storia. Io ho i gatti e mi bastano!”.
Nemmeno uno solo… plurale, i gatti! Sei già arrivata al gradino successivo lo sai?”.
Quale gradino?”.
I sintomi sono chiari. Dopo single per scelta, c’è zitella old style. Il passo dopo della scala è il tuo: gattara! Pronto? Pronto?”. Mi sa che ha staccato.
Abbiamo tempo per un altro telefonata
Pronto? Chi sei, da dove chiami?”.
Vedi che c’è un refuso; hai scritto ALTRO, invece era un’altra telefonata, al femminile”.
No pure qui? Dammi tregua? La collega dolce e cattiva che mi corregge pure i peli dello uovo”.
Intanto, dopo il no metterei una virgola. Poi dello uovo non si può sentire. Ci vuole l’apostrofo”.
La o è un refuso, cosa da poco”.
Eh sì, un refuso qui, un refuso la… che fai?”.
Basta, mi vendico. Alla trentaseiesima puntata ne avrò diritto?”.
Rimetti l’accento su LA, avverbo di luogo… smettila Maurizio! Si scrive avverbio con la i. Riporta le cose che dico per iscritto corretamente… la T, rimetti la t su corettamente… ora la R…”.
Vabbè la smetto… Anzi ti ringrazio per il tuo supporto nella correzione di bozze. Come promesso, mantengo il tuo anonimato… anche perché, se dico il tuo nome è rischioso, perché c’è tutta una lista di colleghe che vuole essere inserita in una puntata. Qui non se ne esce… scusami, ho un altro avviso di chiamata”.
Pronto? Questa è proprio l’ultima… dobbiamo chiudere”.
Ciao Maurizio, sono di nuovo Chantal. Ho dimenticato di dirti che puoi trovarmi anche su Telegram”.
Risponde la segreteria telefonica dell’aspirante umorista Maurizio Colucci. In questo momento sono momentaneamente assente, perché impegnato felicemente ad affiancare mia moglie nelle faccende della vita quotidiana, oppure mi sto dilungando nel lavaggio delle mani. Lasciare un messaggio dopo il segnale acustico… o magari anche no!”.

Maurizio Colucci

domenica 24 maggio 2020

I lieti giorni del Corona (35)

I lieti giorni del Corona (35)

Diario semiserio

Pensavate realmente che avrei terminato tutto così? Non piangete stuoli e stuoie dei miei ammiratori! Ho ancora qualcosa da dire, oggi ad esempio voglio dare in diretta la parola ai miei lettori, come si fa alla radio. Però non voglio solo applausi e apprezzamenti, anche qualche critica costruttiva, perché è importante raccogliere le opinioni di tutti per imparare.
Ciao, chi sei e da dove chiami?”.
Sono Giusy, di Palermo. Trovo sempre il link al tuo blog su Facebook e ti seguo dall’inizio, dalla prima puntata del diario”.
Ciao Giusy. È un piacere conoscerti. Spero che sia stato di tuo gradimento”.
Certamente! Guarda… mi sono fatta un sacco di risate, troppo divertente! Ma come ti vengono le idee? È stata una bella compagnia durante la quarantena. Ti dico la verità: controllavo ogni giorno la tua bacheca in attesa che pubblicasi “I lieti giorni del Corona”.
Giusy, grazie! Però così mi fai arrossire. Desidero invece da te, che hai seguito tutte le puntate, magari una critica, un appunto, qualcosa che a tuo avviso andrebbe migliorata...”.
Ma no! Maurizio, è tutto bellissimo, tu sei un grande…
Io ti ringrazio, ma forse esageri… non penso che non ci sia nemmeno una cosuccia che non ti sia piaciuta, parla senza problemi...”.
Vabbè, Maurizio… se proprio insisti, ma per essere pignoli pignoli… ogni tanto metti là dei giochi di parole banali, delle battutine che sembrano prese dai film di Lino Banfi. Poi quel dizionario, alcune voci erano forzate onestamente, non è che facessero riderete tanto. E poi, il tormentone di tua moglie che dice: “Lavatevi le mani”. Sì, la prima fa ridere, la seconda pure, dopo un poco si capisce che facevi i salti mortali per inserirlo nel racconto. Pure nel giallo, una trovata da quattro soldi…”
Scusami Giusy! Ma come ti permetti?! Hai demolito tutte le mie pagine? Mi chiami per insultarmi praticamente?”.
Ma sei stato tu a dire che volevi qualche critica, ho parlato secondo le mie letture”.
È arrivata la figlia di Umberto Eco. Ma chi sei? D’improvviso tutti letterati, tutti scrittori, tutti umoristi. Secondo me tu al massimo leggevi le vignette della settimana enigmistica. Chiamano per insultare… lo sapevo, gli haters, gli odiatori della Rete hanno raggiunto anche me. Ma fatti una risata, bella!”.
Scusami, Maurizio, ma io...”.
Ciao Giusy, ciao”
Stacchiamo ‘sta telefonata che è meglio.
Ok mi sono calmato. Vediamo chi c’è in linea: “Pronto?”.
Pronto? Bello della zia, come stai, tutto bene?”
Ma sei la zia Mariella?” (è una delle sorelle di mia madre).
Sì, non ti fai sentire mai, almeno ti chiamo io”.
Zia Mariella, scusami, stavo facendo una rubrica per le cose che scrivo; sto chiedendo ai lettori di darmi suggerimenti, critiche””.
Eh lo so! E io per quello chiamo!”.
Chiami per il diario?”.
Certo! Dico io, ma una puntata su di me non la potevi fare? Eppure mi sembrava giusto”.
Su di te?”.
Sì, hai messo tanti ricordi dell’infanzia, di quando eri più piccolo… chi ti ha insegnato a far ridere le persone? Ti ricordi quando i tuoi ti lasciavano con me ed io ti registravo che raccontavi le barzellette? Avevi quattro anni...”.
Lo so, ed ero balbuziente, una famiglia intera, matriarcale, 48 persone a ridere sulle mie registrazioni”.
Perché erano divertenti! E tu questa cosa la dovevi mettere nel diario, una bella puntata sulle serate di barzellette con la zia Mariella. Io me l’aspettavo….”.
Ma sai, zia, ci sono tante cose, non saprei, equilibri familiari...”.
E poi quella di Pierino che va in macelleria e gli scappa il ruttino… te la ricordi?”.
Sì, il macellaio gli dice: porco! E Pierino risponde: un chilo!”.
Allora te la ricordi! E perché non fai una puntata su questa cosa?”.
Vediamo, zia, sai adesso la gente esce, non ha più tanto tempo per leggere….”.
Va bene, va bene, ma non mi sono offesa”.
Zia, ora io dovrei proseguire...”
Daniela e i ragazzi tutto a posto?”.
Sì tutto bene, però ora devo staccare, ci sentiamo poi…”
Ma veramente Daniela grida in quel modo?”.
Sì, zia, però adesso io...”
Certo, bello di zia, lei ha comunque una bella voce, quindi sicuramente pure quando grida…”
Sì, sembra il brindisi della Traviata però con i cristalli rotti… ci sentiamo poi”.
Ma si troppu forti! Come ti vengono ‘ste battute?”
Così, non saprei… zia, scusa”.
Scusami, bello di zia, mi sta chiamando tua mamma al cellulare, ci sentiamo un altro momento. Ora tua mamma mi tiene almeno un’ora e mezza al telefono….”.
Non lo avrei mai sospettato, anche la permanenza al telefono sarà una questione di DNA. Ma proseguiamo con le nostre telefonate. Forse abbiamo ancora spazio per una: Pronto?
Pronto?”.
Sì, pronto, dicci il tuo nome, da dove chiami, è anche aggiungi una critica, un appunto, un consiglio per migliorare I lieti giorni del Corona”.
Io te lo avevo già dato il consiglio, ma tu al solito devi fare di testa tua!”.
Ma sei Miriam?”.
Sì, tua sorella Miriam, la tua sorellina piccola”.
E che vuoi? Vi siete messi d’accordo? Così la gente penserà che mi leggono solo i miei parenti e i miei amici”.
Perché non è così?”.
Sarà pure così, ma potevi camuffarti, davamo un’idea meno provinciale. Ora dimmi che vuoi?”.
Ti ho detto che potevi fare una puntata con me e Fabrizio, e la nostra quarantena con due bambini piccoli, uno di quattro anni e l’altro di otto mesi”.
Sì, me lo ricordo, ma non so se poteva funzionare….”.
Certo che funzionava! Ti ho raccontato un sacco di aneddoti, il nostro esaurimento, i capricci dei bambini, era un punto di vista diverso. Hai dato spazio a tutti, invece per me e tuo cognato nemmeno una parola. Sei sempre il solito! Stitico negli affetti!”.
Io stitico? Casomai parsimonioso, poco espansivo...”.
Quindi non ne fai più puntate? Hai concluso? D’altra parte, ormai siamo usciti di casa, non faranno più ridere le nostre avventure con i bimbi piccoli”.
Hai ragione… vedi, cara sorellina? E c’era bisogno di chiamarmi e di redarguirmi in diretta? Aspetta… mi sta chiamando nostro fratello Alessandro al cellulare, vediamo che vuole: “Ehi, dimmi Alex”.
Cioè, tuo fratello, il grande Mister Alex, che fa feste per bambini, è da mesi fermo, e tu nemmeno una parola nel blog?”.
E che potevo fare?
Che ne so… magari mi inserivi in una puntata e aggiungevi che faccio collegamenti online per le feste dei bambini”.
Vabbè, rimedio subito… Mister Alex, il miglior prestigiatore di Messina e provincia, disponibile anche online per la gioia dei tuoi bambini! Ti piace? Ok?
Va bene, mi piace… ma la prossima volta...”.
Aspetta, Alex, devo staccare; mio suocero mi chiama sul telefono dei ragazzi”. Non ce la posso fare, pure mio suocero, anche lui voleva stare nel blog.
Pronto, Maurizio?”.
Felice, ciao. Che c’è? Vedi, che posso fare una puntata sugli anziani, magari ti inserisco in una storia che fa ridere con Nina, qualche battuta, basta che non ti offendi… facciamo una cosa divertente”.
Maurizio, ma che m….. dici?”.
Parlo del diario, volevi anche tu una puntata…”
Ma quale puntata! Ma che m’interessa! Senti… se scendi a prendere il pane, passi dalla farmacia? Ho ordinato un collirio per me, si deve ritirare, io non esco per ora, c’è troppa confusione in giro”.
Menomale, almeno non rischio che mio suocero si offenda perché non ho scritto niente su di lui. Bene… però dicevo prima che i miei lettori sono praticamente tutti i miei parenti… nemmeno quello, mi sa che non ci arrivo al totale; tutti i miei parenti, tranne uno! La strada del successo è impervia, ma io comunque non mi arrendo… “Daniela, come si chiamava il collirio che devo prendere a tuo padre?”

Maurizio Colucci