martedì 31 marzo 2020

I lieti giorni del Corona 13

I lieti giorni del Corona (13)

Diario semiserio

È arrivato il momento di discutere di una questione gravissima che affligge l’intera popolazione nazionale in quarantena: le chat! Dopo anni di studi, di frequentazioni, di esperimenti empirici, di osservazione sociologica partecipata, sono giunto ad elaborare una teoria sistematica, sintetizzata nei seguenti quattro assiomi, verità incontrovertibili che, come le stelle dantesche, vi guideranno nella selva oscura dei gruppi whatsapp, specialmente durante i lieti giorni del Corona.
Assioma n. 1: La chat ti frega, sempre! Il gruppo whatsapp ti raggiunge inaspettato, ti fa sentire parte di una comunità, ti dà il senso di condivisione, poi ti coccola, ti accarezza, un messaggio, un saluto, un buongiorno, auguri di compleanno, e a poco a poco si infiltra nei gangli della tua mente, ti assorbe l’esistenza, la succhia come un parassita, si attacca ai tuoi neuroni con notifiche su notifiche, messaggino su messaggino, emoticon su emoticon, la faccina che ride con le lacrime, quella che sbarra gli occhi, quella che piange, quella che fa la linguaccia, quella con la faccia dubbiosa, le mani giunte e, la mia preferita con una capacità di sintesi estrema, il pollice in su.
Assioma n.2: La chat va fuori tema! Non importa il motivo per cui sia nato il gruppo, lavoro famiglia preghiera catechismo genitori della classe scuola di nuoto… dopo pochi giorni quel gruppo verrà inquinato con un diluvio di messaggi che non c’entrano assolutamente nulla e pochi si ricorderanno dello scopo iniziale. Dalla richiesta di sangue falsa, sempre la stessa con il nome della stessa dottoressa (cambia negli anni solo la città e il luogo), alla richiesta universale di preghiera del Papa; dal post sulle truffe dei portachiavi, alla foto del cane abbandonato che ormai, poveretto, credo sia pure morto. Per ora vanno per la maggiore i modelli dell’autocertificazione e la truffa del volantino del Ministero degli Interni che viene a controllare le case per cercare infetti da coronavirus (avrò ricevuto la foto 27 volte in un giorno soltanto).
Assioma n. 3: La chat è il maggior veicolo mondiale di bufale! Il problema è che molte persone invece utilizzano i gruppi whatsapp come fonte di informazione. Quelli maggiormente diffusi sono i link alle testate più improbabili, cose del tipo corrieredellaserainsonne.altervista, ilsoleper12ore.wordpress, oppure saluteeacquaelimone.com. Poi ci sono i file audio, un vero e proprio castigo in questo momento: la cardiologa dell’ospedale di Milano, l’anestesista della clinica di Monza, il volontario delle ambulanze della Val Brembana, “però me lo ha inviato mio cugino che lavora al 118 a Caltanissetta...”, appunto, a Caltanissetta! Il cugino è l’ente certificatore per antonomasia di ogni informazione diffusa nel globo terracqueo. Il gruppo whatsapp è il paradiso del condivisore compulsivo: mi arriva una cosa? La mando! Non si sa mai, dicono… ma non si sa mai cosa?!? Ti è arrivato un messaggio? Prima sentilo, guardalo, apri il link. Poi conta fine a dieci. Poi attiva le tue capacità critiche. Poi riconta fino a dieci (anche venti, meglio abbondare…). Infine, spegni il cellulare e guarda Amadeus ai Soliti Ignoti (magari stare ore a cercare somiglianze tra i vari tizi sarà terapeutico e ti abituerà a fare pause pressoché eterne).
Assioma n. 4: Non si può abbandonare un gruppo senza conseguenze! Lo so cosa state pensando dopo aver letto i primi tre punti: basta abbandonare la chat, che ci vuole? In realtà non è così facile. Innanzitutto quando uno abbandona il gruppo, parte una indagine nelle menti di tutti i partecipanti. Le tue mosse vengono vagliate ad una ad una. C’è gente che va a rileggersi per intero i tuoi interventi precedenti, le discussioni, i vari post inoltrati. Poi ci sarà sempre il buontempone che ti aggiungerà nuovamente e tu, con la consueta giustificazione pietosa: “scusate, ho sbagliato… ho il cellulare nuovo e non mi raccapezzo ancora, avrò cliccato male”, ma da quel momento nessuno ti crede più. Oppure ti arrivano migliaia di messaggi privati indagatori: “Cosa è successo?”, “forse per quella cosa lì?, “per caso ti ha dato fastidio quell’immagine?”, “sono stato forse io?”, con scene drammatiche nemmeno fosse il tradimento di Giuda durante l’Ultima Cena. E tu invece avresti voglia semplicemente di dire che non ne potevi più, della catena di preghiere, del “diffondiamo tutti”, del “l’ha detto il sindaco”, dell’audio segreto dell’assessore, del medico francese esperto che ti comunica che in Giappone c’è il farmaco miracoloso per il Covid e non ce lo dicono (ma pensa... Se non ce lo dicono, perché giusto Farfallina68 sa questa cosa? Per la cronaca, Farfallina68 è la collega che si è iscritta così su whatsapp, forse nostalgica di quando leggeva Cioè da ragazzina).
Detto ciò, spero che possiate inoltrare questo articolo su whatsapp, vi mando il link, copiatelo, condividete, tutti devono sapere, non fermate la catena, per favore fate girare, è importante!

Maurizio Colucci


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