giovedì 9 aprile 2020

I lieti giorni del Corona (18)

I lieti giorni del Corona (18)

Diario semiserio

Il Commissario Acquasanta arriva nell’appartamento tutto bardato di mascherina e guanti, e si sente soffocare più del dovuto. Il tessuto della mascherina si impiglia ogni tanto sulla barba ispida, incolta.
Di qua, Commissario”; gli dice l’ispettore Cutugno; “in cucina”.
L’anziana donna appare riversa supina, con la bocca spalancata; c’è una pozza di sangue dietro la testa.
Commissario, i familiari sono nelle altre stanze, la casa è grande”.
In salotto infatti trova marito, moglie, una piccolina di nove anni, e un altro anziano, il coniuge della defunta, in evidente stato di demenza senile.
Commissario”, esordisce la moglie, “forse mia madre è scivolata, perché tutto ‘sto trambusto? Addirittura la polizia!”.
Signora, se è semplicemente scivolata ed ha battuto la testa, perché i sanitari del 118 ci hanno chiamati?”.
Il medico del pronto soccorso, sottovoce: “Commissario, mentre provavamo a capire se ci fosse ancora qualcosa da fare con l’anziana, la ragazzina si è avvicinata e ci ha detto che ha trovato la nonna per terra in cucina e la porta di casa aperta. Questa cosa ci è sembrata insolita, ecco perché abbiamo chiamato voi”.
L’appartamento è degli anni ottanta, per i costruttori di allora andava di moda il doppio ingresso, uno ufficiale sul salotto e uno “di servizio” sulla cucina.
Il Commissario allora riprende rivolto a marito e moglie: “Signori Petralia!”.
Petralìa”, risponde il marito alquanto indispettito, “con l’accento sulla i. È da quando andavo a scuola che mi sbagliano continuamente il cognome”, ribadisce con un tono volontariamente scortese.
Petralìa, scusi, sulla targhetta all’ingresso non c’è indicata l’accento sulla i nel cognome… ma stia calmo, non c’è bisogno di avere da subito questo tono”, mette le cose in chiaro Acquasanta. In realtà avrebbe voluto dirgli di peggio, sfoderando il suo consueto sarcasmo: “Ti sbagliano il cognome da quando andavi a scuola… ma perché ci andavi a scuola? A vederti non mi sembra!”; ma l’atteggiamento istituzionale prende il giusto sopravvento: “Vostra figlia ha detto ai sanitari che ha trovato la nonna a terra e la porta di ingresso della cucina aperta. O la signora aveva qualche motivo per aprire la porta, oppure è venuto qualcuno. Possibile che voi da qua non avete sentito niente?”.
Commissario, eravamo con la televisione accesa, a volume alto. Per ora c’è la quarta stagione della “Casa di Carta”, è troppo bella, noi la seguiamo. I miei genitori erano in cucina, a mamma piace… piaceva, mi scusi ma mi viene da piangere… a mamma piaceva Barbara D’Urso. Se è entrato qualcuno, oppure ha suonato, forse noi non abbiamo sentito. Poi mia figlia è andata di là che aveva sete e ha trovato la nonna, matruzza bedda...”.
C’ha la maschera… io pure c’ho la maschera”, interviene d’improvviso il vecchio con un sorriso da ebete, indicando la mascherina del Commissario; “sono Zorro!”.
Papà, silenzio per favore”, dice la figlia; “Commissario, deve scusare mio padre, ha la demenza senile. È come un bambino, poche volte è lucido. Credo che nemmeno si sia reso conto di cosa sia successo”.
Questo lo lasci decidere a noi”, dice fermo Acquasanta.
Ma si vuole mettere ad interrogare un vecchio rincoglionito?! Ma veramente è una cosa assurda!”, protestò il marito sempre più sgarbato
Ispettore Cutugno!”; dice il Commissario, “per favore, metta ordine. Un altro atto del signor Petralia e continuiamo i colloqui in questura… Cutugno, chiaro?”.
Cutugno….”, ride il nonno, “lasciatemi cantare, sono italiano”; prova a cantare biascicando.
Però ha collegato il cognome dell’ispettore con il cantante… qualcosa ‘sto cristiano tiene a mente”, dice sommessamente il Commissario
Sì è una cosa strana”, dice la figlia; “papà magari non si ricorda cosa ha mangiato, ma poi di colpo parla di attori, cantati, calciatori di una volta”.
Però io non mi chiamo proprio come il cantante”, dice l’Ispettore, “lui è Toto, io invece Toti”.
E questo sarebbe rilevante?”, gli si rivolge spazientito il Commissario; “e poi che nome sarebbe Toti… mah”.
Salvatore sarebbe, signor Commissario; però i miei genitori mi hanno spiegato che si usava...”
Cutugno, Cutugno!”, lo tronca Acquasanta; “ma pensa veramente che la cosa possa interessarmi? Vada piuttosto a interrogare gli altri componenti della famiglia, poi facciamo uscire tutti e viene la Scientifica a fare il sopralluogo. Toti… mah. Perché Toto Cutugno non è pure lui Salvatore all’anagrafe? Ma come posso lavorare io così...”.
Buongiorno Italia, buongiorno Maria con gli occhi pieni di malinconia...”, continua a provare a cantare il vecchio.
Come si chiama suo padre?”, chiede il Commissario alla figlia.
Giuseppe”.
Signor Giuseppe? Sono il Commissario Acquasanta”.
C’ha la maschera… anche io c’ho la maschera… c’è Zorro”, dice il vecchio.
Acquasanta tenta in tutti i modi di interrogarlo, ma ciò che ne esce sono soltanto frammenti di canzoni, sempre Toto Cutugno ma anche i Ricchi e Poveri, riferimenti a Zorro e sprazzi di telecronache di goal di Bettega.
Ho notato delle perle a terra accanto al corpo di sua madre?”, chiede il Commissario.
Sì, aveva una collana bellissima, di perle, a lei piacevano tanto. Se n’era fatta fare una da poco. Noi un po’ l’abbiamo criticata, perché tutti quei soldi… poi per ora il nostro negozio di biancheria intima è chiuso, per questo mio marito è in quel modo, non è cattivo. Ma con ‘sto coronavirus siamo messi male, non abbiamo soldi, campavamo con la pensione di mamma e papà, per questo ce li siamo portati in casa”.
E la collana?”, chiede il Commissario, avendo apparentemente ignorato tutto il resto.
E la collana… non c’è? Non l’avete trovata?”.
Ci sono solo delle perle a terra, alcune purtroppo inzaccherate nel sangue, mi dispiace...”.
Il Commissario Acquasanta cammina un poco per la casa, vede l’ispettore Cutugno che parla in una stanza con gli altri due figli della coppia, un giovane di 21 anni e un altro di 17. La mascherina lo soffoca sempre di più in quell’ambiente chiuso. Lascia fare al suo vice e torna verso l’ingresso di casa con passo lento, guardando ogni angolo a destra e sinistra.
Lavatevi le mani!!!”, giunge un urlo alle orecchie di Acquasanta: “Ma che cos’è ‘sto grido? Chi è?”
Lasci perdere, Commissario. Da quando è iniziata la quarantena non abbiamo avuto pace. Abitano sopra di noi, la signora ha due figli adolescenti e non so quante volte al giorno ietta sta buciata. Lei ci crede che andiamo anche noi a lavarci le mani, presi dallo scanto?
Ci credo, ci credo…”, dice Acquasanta ancora stupito.

(continua…)

Maurizio Colucci


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