giovedì 23 aprile 2020

I lieti giorni del Corona (25)

I lieti giorni del Corona (25)

Diario semiserio

Continua l’allegro dizionario della quarantena, eravamo fermi alla lettera E. Provo ad andare più spedito, anche se dubito fortemente delle mie capacità.
F come Fila. Questo periodo ci ha costretto più del solito a fare le file. Una volta erano solo gli uffici pubblici e la sala d’aspetto del medico curante; adesso, praticamente per ogni compera siamo costretti a fare la fila. Come può un popolo, quello italiano, da sempre refrattario all’ordine e alle regole, diventare improvvisamente preciso e rispettoso delle norme e della distanza di sicurezza? Infatti, non può… oppure si applica, ma potrebbe fare di più, o meglio ancora, ha le potenzialità ma non si impegna. Fino a quando si tratta di supermercati andiamo alla grande, devo essere sincero. Il tutto cambia per i piccoli esercizi commerciali, farmacie, fruttivendoli, panifici. Ora se io sono davanti alla porta del panettiere, perché si entra uno alla volta, ci sarà un motivo?
Lei perché non entra?”, mi dice un signore anziano.
Secondo lei mi piace guardare il telaio esterno della saracinesca del panificio? Mi verrebbe da rispondere, oppure sono un osservatore attento delle insegne dei negozi, starei ore a contemplarle… Però sono educato e mi limito ad un telegrafico: “Si entra uno alla volta”.
E qui scatta la diffidenza da fila, quella particolare patologia che ci fa dei novelli San Tommaso, e non ci basta sapere chi è l’ultimo per regolarci, ma dobbiamo vedere, controllare, stare attenti, sempre all’erta, semmai qualcuno imbroglia (o più spesso per provare ad imbrogliare). Il signore di cui sopra quindi, non soddisfatto dalla mia risposta, si avvicina con la sua mascherina copriguancia (probabilmente non gli hanno spiegato che serve per naso e bocca), si precipita sull’entrata del panificio praticamente addosso a me, tanto che per mantenere il metro di distanza di ordinanza sono costretto io ad indietreggiare, perché lui deve verificare… ma cosa devi vedere? Grida il folletto pazzo nella mia testa; ora cosa hai risolto? L’operazione dura qualche secondo, non si capacita che bisogna entrare uno per uno, guarda dubbioso dentro il negozio la commessa che serve il pane, sbuffa (perché è bello condividere in questo periodo i nostri prodotti della respirazione…), ed esclama un non eloquente: “Mah...”. Tutto ciò avviene, con piccole varianti, anche in altre negozi, ormai potrei scrivere uno studio antropologico. Così come si ripete allo stesso modo in tutti i posti il rito conclusivo della fila. Quando finalmente tocca a me entrare, ordino, pago e faccio per andarmene, ma il signore di prima se ne sta bello piazzato sulla porta, senza lasciare uno spiraglio per uscire a chi è dentro, non sia mai che perdesse qualche secondo della sua preziosa esistenza spostandosi di qualche centimetro, e per guadagnare l’esterno sono costretto a muovermi come Tom Cruise in Mission Impossible (avendo io le sembianze simili all’attore, la cosa mi viene facile, ma non tutti hanno le mie proverbiali doti atletiche…).
G come Girovita. La quarantena sta mettendo a dura prova questa parte del nostro corpo. Io vorrei però avvisarvi su di una cosa che ho letto sul blog noncelovoglionodire.altervista e la scrivo qui adesso: condividete prima che la cancellino! Il girovita non esiste! È una invenzione della lobby massonica dei dietologi e nutrizionisti, una delle più potenti del Pianeta. Ricevono fondi da Bill Gates, da Soros e da Wanna Marchi. Quell’allargamento sui fianchi è solo aria ed onde elettromagnetiche che si depositano lì. C’è un modo per eliminare tutto (specialmente l’aria), ma per ragioni di spazio e di opportunità non posso adesso soffermarmi su questo.
H come H, che è muta. Sarà muta, ma serve, ve lo posso garantire. Ora scusate la pedanteria, ma è necessario un breve riassunto.
O significa oppure, esempio: vuoi la salsiccia o la costata di cinghiale?
Ho con l’h è prima persona del verbo avere, esempio: io ho molta fame.
Ai è preposizione articolata, si usa con tutti i verbi che rispondo alla domanda “a chi?”. Ad esempio, non date credito AI dietologi sul girovita, è solo gente invidiosa della vostra felicità mentre mangiate. Hai con l’h è seconda persona del verbo avere, tu HAI qualcosa un girovita abbastanza esteso (me l’hanno detto, ma tengo duro e non ci credo).
A è preposizione semplice, le famose di a da in con su per tra fra, e possiede tanti usi, ad esempio: vado A piedi, magari dimagrisco un po’ (perché il girovita non esiste, però non si sa mai!).
Ha con l’h è terza persona del verbo avere e si può usare anche come verbo ausiliare, come nell’esempio seguente: mia moglie HA gridato con tutte le sue forze: “Lavatevi le mani!!!”.
Anno indica la durata di tempo di dodici mesi, oppure una data, ad esempio: l’anno 2020 sarà bisestile e quindi disgraziato… ma chi ci crede a queste cose?
Hanno con l’h è terza persona plurale del verbo avere, ad esempio: i miei figli HANNO sempre fame, come fossero dei lupi, costano troppo quindi a breve aprirò un conto corrente per la loro adozione a distanza (vi mando pure le foto mensilmente per farvi vedere come crescono, garantito!).
Ora voi mi direte: cosa c’entra tutto ciò con la quarantena? C’entra e vi rispondo subito.
Vi prego, so che molti di voi hanno molto tempo a disposizione, che stanno intere giornate su google o peggio ancora su fb, che vedono una foto o un meme e lo condividono in maniera compulsiva, senza nemmeno avere la minima ombra di dubbio. D’altra parte, voglio essere democratico oggi; pensatela come volete, coltivate pure i vostri complotti. Però, magari prima di addentrarvi sul 5G, sui vaccini, sugli anticorpi monoclonali, sui microchip sottocutanei, sui laboratori Cinesi e su Luc Montagnier, sul signoraggio bancario e il complotto massonico lobbysta europeista mondialista, oppure prima di fare quelle sintesi magnifiche nelle quali il virus è prodotto dal 5G di Bill Gates che vuole venderci i vaccini per favorire le banche e la Merkel con l’aiuto della massoneria che ha chiuso le chiese e ha messo Papa Francesco in Vaticano per sostituire gli italiani con i migranti con i soldi di Soros, prima di tutto ciò… vi prego, almeno l’uso dell’h in italiano imparatelo (anche se questa H muta mi sa tanto di setta segreta… perché sta muta? Perché non parla? Svegliatevi prima che sia troppo tardi, c’è sicuramente dietro la lobby delle grammatiche).

Maurizio Colucci


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